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Domenica XXV - Essere dentro come bambini
Gesù pre-annuncia la sua morte: «Il Figlio dell’uomo viene consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno; ma dopo tre giorni risorgerà» (Mc 9,31).
I suoi discepoli non comprendono e hanno paura di interrogarlo. Gesù chiede loro: «Di che cosa stavate discutendo per la strada?» (Mc 9,33). Ed essi, zitti! Avevano discusso su chi fosse il primo, il migliore, il più meritevole… nel regno messianico a venire. oh! Quanto loro e noi siamo lontani dal suo modo di vedere e di pensare le cose! Anche noi, come gli apostoli, spesso non pensiamo “secondo” Dio ma alla maniera umana, perché anche i nostri discorsi e progetti sono terra terra, troppo umani, dettati da ambizione, da prestigio più che dal servizio e dalla logica dell’offrirsi.
Gesù allora li prende in disparte e dice loro con fermezza: «Se uno vuole essere il primo, sia l’ultimo di tutti e il servitore di tutti» (Mc 9,35). Con queste parole ribadisce che l’unico criterio di grandezza davanti a Lui è il servizio umile, disinteressato e generoso. Così capovolge le cose in modo radicale: vuole che sia considerato chi non conta niente, che lo scartato sia preferito, che lo spregiato sia onorato. Ci invita a non trattenere gelosamente per sé vita, tempo, risorse, talenti, carismi, ma a farsi servi di tutti.
Ahimè! Ambizione, orgoglio, cura di sé, ricerca di prestigio: nessuno di noi ne è esente e questo accade più frequentemente di quanto immaginiamo. L’ambizione di chi cerca prima di tutto sé stesso è una PERDITA, è un’irrimediabile rovina… mentre chi si offre, chi si spende per gli altri e per il vangelo trova un vero guadagno. L’amore che sa soffrire, servire, donare speranza ai più dimenticati, la fede di chi sa affidarsi a Dio come i bambini ai genitori, questo vince tutto, anche la morte.
All’insegnamento Gesù fa seguire un gesto simbolico e profetico: chiama un bambino, lo mette in mezzo ai discepoli e dice loro: «Chi accoglie uno solo di questi bambini nel mio nome, accoglie me» (Mc 9,37). Perché Gesù accoglie, gradisce e abbraccia un bambino e lo addita a noi credenti come un modello?
- Primo: nei bambini sono simboleggiati quelli che non contano, chi non può ricambiare il servizio prestato, chi non può garantirti prestigio, potere, sicurezza e ricchezze.
- In secondo luogo il bambino si fida molto e si affida alle persone che lo amano. Bisogna imparare ad andare al Signore con semplicità e fiducia, come fanno i bambini con chi li ama.
- In terzo luogo il bambino non si vergogna di fare domande ai grandi, perché è sicuro che sapranno dargli una risposta. I bambini con i genitori non fanno come gli apostoli con Gesù, che avevano paura di fare domande. Un bambino non sa di filosofia, di teologia, di morale; ama il gioco, le corse, la dolcezza degli abbracci. Ma conosce più di tutti cos’è la fiducia. I bambini sono una parabola vivente.
XXIV Domenica - Chi sei tu per me, Gesù?
“Tu sei il Cristo” (Mc 8,29) confessa Pietro e Gesù chiede di non dirlo a nessuno! Pensiamo che non valga per noi questa parola di Gesù… No, forse vale anche per noi quando non parliamo di Lui nel modo giusto. Come facevano tanti del suo tempo, compresi gli spiriti maligni che pur lo riconoscevano messia e tanto di più. Si può e si deve parlare di lui solo quando ciò nasce da un incontro profondo con Cristo, in conseguenza di una condivisione di vita con Lui. La conoscenza di Cristo come Signore passa attraverso la condivisione della sua vita e della sua missione, facendosi coinvolgere in una relazione d’amore.
L’espressione rivolta a Pietro “Non pensi secondo Dio”, cioè i tuoi pensieri non provengono da Dio, ma dal mondo. Ossia da un modo umano di pensare, secondo desideri di potenza, di strategie e sotterfugi, di interessi economici, religiosi e ideologici, adatti solo a esaltare se stessi ma lontani dal pensiero divino. Ma “noi non abbiamo ricevuto lo spirito del mondo” (1Cor 2,12), “noi abbiamo il pensiero di Cristo” (1Cor 2,16), che è il dono di sé a Dio e ai fratelli, andare al di là della mentalità mondana ed essere capaci di leggere nelle vicende della storia ciò che Dio ci chiede di fare con libertà da figli.
Per il mondo questo è illogico, poco intelligente: sacrificarsi è da stupidi. Però, Gesù dimostra che “chi vuol salvare la propria vita la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia e del Vangelo, la salverà” (Mc 8,35).
Per questo Gesù impedisce di parlare troppo presto, per non portare fuori strada altri o condurli verso un messia falso, che certamente li deluderà. Invece, Colui che non delude è chi ha detto: “Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la propria croce e mi segua” (Mc 8,34). Prendere o lasciare… se prendi, fallo con amore e libertà.
DOMENICA XXII - Le pratiche religiose di chi non vuole convertirsi
Un lupo disse a Giove: «quarche pecora dice ch’io rubbo troppo…
Ce vo’ un freno per impedì che inventino ‘ste chiacchiere…»
E Giove Je rispose: «Rubba meno». (Trilussa)
Il lupo di fronte alle “chiacchere”, accusa ingiustamente le pecore, invece di smettere di rubare...
I farisei attaccano Gesù e i discepoli per cose insignificanti e formali della tradizione, anziché abbandonare la doppiezza d’animo e l’ipocrisia nel fare le loro cose “religiose”.
«Perché i tuoi discepoli non si comportano secondo la tradizione degli antichi?» (Mc 7,5). I Farisei sono patetici: anziché mettersi in discussione rifiutano il messaggio di Gesù, e la novità che egli porta.
Regole, prescrizioni e restrizioni – pur necessarie - sono più facili della conversione del cuore, per questo Gesù ci mette in guardia da esse. La purità non deve mai sfociare nel puritanesimo. Le labbra e le mani di scribi e farisei dicono preghiere e fanno atti religiosi ma il loro cuore è arido e lontano da Dio, vivono una religiosità formale e ipocrita (Isaia) che li porta a privilegiare tradizioni e usanze umane e a negare a Dio il primo posto e la priorità, trascurando la Sua parola che vale più di ogni rito e fa luce sul nostro cammino.
Non le cose né le regole esterne aiuteranno mai a migliorare il cuore dell’uomo… bisogna SANARE la sorgente da cui arriva il contagio, cioè bisogna cominciare dal guazzabuglio del cuore umano, ed eliminare da esso «lussuria, furti, omicidi, adulteri, avidità, malvagità, inganno, dissolutezza, invidia, calunnia, superbia, stoltezza» (Mc 7,21-22), affinché preghiere e atti religiosi trovino gradimento agli occhi di Dio.
Inquina e rende IMPURO l’uomo non ciò che entra dalla sua bocca, che finisce nello scarico, ma quanto esce dal suo cuore: per questo bisogna avere tanta più cura dei propri pensieri, delle intenzioni e della propria coscienza. Bisogna adorare Dio in Spirito e verità…
La strada è lunga ma so dove mi porta
Sperimentiamo spesso, come il profeta Elia, la debolezza e tutte le umane fragilità. Abbiamo bisogno di essere rinvigoriti con un cibo buono e salutare, che non sono le cose su cui ci gettiamo con avidità ogni giorno, rimanendone puntualmente insoddisfatti. C’è un Pane, invece, capolavoro della fantasia di Gesù, consacrato e offerto sugli altari del mondo, che ci viene dato gratis e in abbondanza. Egli è venuto nel mondo proprio perché noi abbiamo vita e vita in abbondanza.
È il pane che dà vita ed è disceso dal cielo e ci viene dato per rigenerare in noi forze nuove; esso ci consente di superare per altri 40 giorni, (tempo indeterminato secondo la Bibbia), tutti gli ostacoli e le prove della vita e di raggiungere l'obiettivo finale della nostra esistenza.
Questo pane rinforza e genera comunione che rinsalda i nostri vincoli con il Signore e con i nostri simili. Ecco perché san Paolo, sapendo come questo Pane ci nutre e ci sostenta, proprio oggi così ci esorta: "Fatevi dunque imitatori di Dio e camminate nella carità, nel modo che anche Cristo vi ha amato e ha dato se stesso per noi, offrendosi a Dio in sacrificio di soave odore". Chi si nutre di Dio è pervaso dal suo Spirito; è interiormente rinnovato e purificato da quel soffio divino.
E noi con l’energia di questo Pane possiamo davvero diventare imitatori e figli di Dio.
Avviso SS.Messe
ANTICIPIAMO fin d'ora che dal 1° SETTEMBRE 2021
- la S. Messa feriale ritorna all'orario serale delle 18.30
- quella PRE-FESTIVA rimane alle ore 18.30
- La DOMENICA E FESTE SS. Messe alle ore 9.00 e alle ore 11.15
Un sereno Ferragosto a tutti
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