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Preghiera per la INAUGURAZIONE della X Decennale Eucaristica
Signore Gesù, vita della nostra vita, attira sempre più a te questa Comunità parroc-chiale, consacrata alla Madre di ogni grazia e a San Pio V grande riformatore della chiesa.
A te, Signore Gesù, chiediamo aiuto, luce, forza e volontà per vivere la nostra Decima Decennale Eucaristica con gioia, profitto e disponibilità ad approfondire quanto ci hai lasciato in tua memoria, che è segno vivente della tua dolce presenza fra noi.
O Signore, ci impegniamo a vivere con sincerità di sentimenti e con leale volontà a far bene il nostro cammino di riscoperta di te e del Tuo Dono. L’Eucaristia illumini e sostenga ogni nostra scelta personale e comunitaria e doni speranza di risoluzione ad ogni situazione difficile e delicata. Col tuo aiuto porteremo a compimento ogni nostra attività e le cose che Tu ci ispirerai strada facendo.
Questo territorio e l’anno di grazia che tu doni alla nostra Comunità ci trovino pronti e attivi per offrire a tutti la nostra testimonianza cristiana e la proposta del tuo Vangelo.
Gesù, dolce memoria, che dai vere gioie al cuore,
fa’ che sperimentiamo quanto è dolce la tua presenza,
che nulla più di te è degno d’essere cantato,
nulla più di te dà gioia ascoltare,
nulla più di te è dolce immaginare
Gesù, quanto sei generoso con chi Ti cerca!
Quanto sei buono con chi anela a Te!
Quanto sarai dolce per chi Ti abbraccia!
Non si può dire a parole, né si può esprimere per iscritto:
solo chi lo ha provato può dire cosa sia amare Gesù.
Sii Tu nostra gioia e sia desiderato il tuo Pane di Vita, Gesù,
come vero cibo e vera bevanda del nostro “andare” quotidiano.
Gesù, nostro futuro premio è in Te la nostra gioia! Amen
(libero adattamento del canto Jesu, dulcis memoria)
Una mano che ci afferra
Dopo il miracolo dei pani, oggi Gesù si ritira ancora una volta a pregare, tutto solo. Quindi, per la via più breve, sulle acque del lago (lui che può) va incontro ai suoi amici. “Un fantasma”, pensano quelli come fanno tanti cristiani oggi. Ma Gesù non è un fantasma! Egli è una presenza vera, che salva efficacemente.
Lo possiamo sperimentare noi pure, con fiducia ogni giorno. Nelle nostre paure e nella nostra fragilità, la mano del Signore ci raggiunge e ci sostiene se noi gli tendiamo spontaneamente la nostra. La sua è una mano leggera, delicata (come il soffio avvertito da Elia sul monte) ma che ci afferra fortemente e ci risolleva.
Questa mano ci afferra attraverso la Chiesa e i suoi sacramenti, attraverso un amico, un’occasione ritenuta magari casuale, un avvenimento, la nostra comunità, in questo momento e in altri. Questo è il mio augurio di oggi.
Dove cade il seme di Dio?
È dal principio della creazione che Dio va spargendo il suo buon seme nel mondo. Creandoci a sua immagine ha nobilitato la nostra natura, dotandoci di intelligenza e volontà. E quando, a causa del peccato, abbiamo deturpato la nostra immagine e rotto l'armonia che ci legava a Lui, Egli stesso si è posto amorevolmente alla nostra ricerca, nel tentativo di riprendere con noi il dialogo e attiraci a sè in un'alleanza fortemente voluta e continuamente proposta a noi.
Prima affidando i suoi messaggi di salvezza ai Profeti e nel nostro tempo al Figlio suo prediletto ha mandato a noi per farci “rinsavire” e rivivere. Ma quel seme e quelle parole sacrosante non trovano sempre la dovuta accoglienza, cadendo in cuori di pietra, poco accoglienti e incapaci di far fruttificare il seme. Per la testa dura, per pensieri immersi nei grovigli delle passioni umane e in mille altri affanni della vita anche oggi il seme resta soffocato e il frutto non riesce a maturare. Sappiamo bene il significato dei sassi e quello dei rovi e delle spine che soffocano la Parola di Dio, nella parabola del Seminatore.
Infatti, ai nostri giorni corriamo gli stessi pericoli: la durezza del cuore è ancora una malattia frequente dello spirito e i grovigli delle spine e della umane preoccupazioni ci assillano più che mai.
Ci torna in mente il "Togliete la pietra" nell’episodio della risurrezione di Lazzaro. È la sola condizione richiestaci per risorgere, per uscire dal buio della morte ed ascoltare con chiarezza la Parola che rigenera e da vita.
Dissodare il terreno dello spirito per renderlo capace di accogliere il seme di Dio che rende fruttuosa ogni umana esistenza, significa concretamente imparare a stimare i valori dell'anima, dare spirito e vita alla vita, recuperare la vista e l'udito per accorgerci ancora del Dio che passa seminando i suoi splendidi doni nei solchi della nostra esistenza.
Ma per rendere fecondo il terreno della nostra coscienza dobbiamo distogliere lo sguardo dalla terra e rivolgerci con più intensità alle cose del cielo, al pensiero di Dio. Lo chiedeva anche S. Paolo: "Cercate le cose di lassù e non quelle della terra".
Proviamoci.
Tu ci fai come Te!
In questa domenica ci poniamo in speciale adorazione del Signore Gesù Cristo, di cui ricordiamo il dono della sua stessa vita, a noi fatto, nei segni del Pane e del Vino trasformati nel Suo Corpo e nel Suo Sangue.
Non è un ricordo – seppur grandioso – di qualcosa avvenuto in passato, ma un dono fatto agli uomini di ogni epoca e luogo, dando loro la possibilità di incontrarlo personalmente nell’Eucarestia. In/con essa Gesù non ci ha dato “qualcosa”, seppur importante, ma la sua vita.
Dio ci ha fatto mille doni ma questo è il più grande: qui ci fa dono della Sua vita, del Suo Spirito, del Suo Corpo e del Suo Sangue.
Chiediamo al Signore di lasciarci trovare, perché fra tutte le cose e i luoghi della terra la vita è il luogo migliore in cui possiamo conoscere ed incontrare Dio, in cui imparare ad amare e a essere amati. Gli chiediamo di stare nella Sua pace e di poter avvertire ogni giorno – nella preghiera e nelle opere - la Sua presenza accanto a noi, dentro di noi.
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