Pillole domenicali

PRIMA DI QUARESIMA: Uscire a testa alta nella tentazione

Le tentazioni pongono il nostro  cuore alla fatica di scegliere tra ciò che è bene e ciò che è male agli occhi di Dio. “Io pongo davanti a te il bene e la vita, il male e la morte. Scegli dunque la vita(Deut 30,15). Queste parole non suonano come un comando, ma come la preghiera di Dio ai suoi figli, sono una chiamata a scegliere la vita.

Nella 1^ tentazione ci viene ricordato che non si vive di solo pane, anche se Il pane è un bene. Gesù non cerca il pane a proprio vantaggio, si farà lui stesso pane a vantaggio di tutti. “Il diavolo gli disse: Se tu sei Figlio di Dio, di’ a questa pietra che diventi pane”.    Gesù gli rispose: “Sta scritto: Non di solo pane vivrà l’uomo”.

 

L’assenza di cibo nel deserto comporta la morte. Il deserto è il luogo per eccellenza dove l’uomo non può procurarsi da se stesso il cibo. Qui lo può ricevere solo come dono di Dio. Infatti, il popolo di Israele nella sua traversata del deserto sarebbe morto se Dio non avesse donato la manna. Il deserto è il luogo dove emerge con maggiore evidenza chi è la fonte della vita dell’uomo. In questa tentazione, Satana mette alla prova Gesù nella sua relazionecon il Padre ma Gesù gli risponde che non vuole procurare vita a se stesso, né trasformare le cose in sorgente di vita per sé, ma gli basta la sua relazione con il Padre, gli basta la sua Parola che è ciò che lo nutre e lo sostiene (“mio cibo è fare la volontà di colui che mi ha mandato” Gv 4,34). Pertanto, il pane non accompagnato dalla Parola, cioè dalla relazione con qualcuno da cui lo riceviamo e con cui lo condividiamo, quel pane non sazia. Se uno è sazio di solo pane, muore.

- Nella 2^ tentazione il diavolo fa “mercato” con l’uomo, un mercimonio, se mi dai, io ti do. Esattamente l’opposto dello stile con cui Dio agisce con noi: lui non fa mai mercato dei suoi doni, ma ci dona amore, perdono, grazia e ogni cosa per amore, senza clausole e senza condizioni. “Il diavolo lo condusse in alto, gli mostrò in un istante tutti i regni della terra e gli disse: Ti darò tutto se ti prostrerai dinanzi a me”.

 

Qui Satana mette alla prova Gesù suggerendogli come raggiungere il potere su spazi sempre più grandi, tutto e subito, oltre il limite umano. Gesù non si pone in dialogo con il diavolo che gli offre tutto, ma riconosce che tutto gli è stato dato dal Padre (cfr. Lc 10,22).

La 3^ tentazione “se sei il Figlio di Dio, gettati giù” è una sfida aperta a Dio: la gente ama i miracoli - dice il diavolo- un bel miracolo e ti verranno tutti dietro.  Cerca di sedurre Gesù e gli suggerisce come fare meglio il messia. Vuoi vincere il mondo con la croce? Non servirà, ma se gli assicuri pane, potere ed effetti speciali, il mondo ti verrà dietro...

Ma Gesù non è venuto per vincere e affermarsi, come fanno i potenti e i grandi della storia, bensì per liberare gratuitamente l’Uomo e formare figli liberi che tornino ad amare Dio da innamorati e non da sudditi.  

Qui è messa alla prova la capacità di affidamento di Gesù nella sua relazione con il Padre.

Gesù non ha bisogno di prove dell’amore di Dio per Lui. Sulla croce, anche di fronte al silenzio del Padre suo e al suo apparente abbandono, Egli confida fermamente in Lui e lo prega così: “Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito” (Lc 23,46). Il Figlio sa che la sua vita e quella di ognuno di noi è nelle mani di Dio e che questi non abbandonerà mai nessuna creatura perché la ama immensamente.

 

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