Pillole domenicali

SS.mo Corpo e Sangue di Cristo

La preoccupazione per la fame che tormenta tanta gente e l’interessamento per alleviarla fanno parte di ogni celebrazione eucaristica. Ma non va mai dimenticato che quella “fame” non è solo fame di pane, ma soprattutto «fame di Dio».

S. Tommaso d’Aquino ha espresso bene il molteplice significato dell’Eucaristia, dandoci una sintesi meravigliosa in queste parole: «Cristo diventa il nutrimento, qui si fa memoria della sua passione, l’anima è riempita di grazia, ci è dato il pegno della gloria futura». L’Eucaristia impegna tutta la comunità, è una responsabilità che coinvolge quanti vi partecipano. L’Eucarestia è memoriale e ringraziamento.

Il Concilio Vaticano II insegna che «... nella santissima eucarestia è racchiuso tutto il bene spirituale della Chiesa, cioè lo stesso Cristo…  che dà vita agli uomini i quali in tal modo sono invitati e indotti ad offrire assieme a Lui se stessi, il proprio lavoro e tutte le cose create».

«Prendete e mangiate,.. Prendete e bevete».

Questo ha detto Gesù. È un comando preciso! Egli non ha detto: adorate, genuflettete, esponete solennemente, portate in processione, ecc. ecc., ha detto: prendete, mangiate, bevete.

In questa prospettiva, non si comprende ancora abbastanza che Messa e comunione sono un tutt’uno! Ancora oggi i cristiani non fanno quello che Gesù ha fatto, detto e comandato.

La presenza del Dio che nell'esodo sazia il suo popolo con la manna ed altro ancora è sostituita dal Cristo che spezza il pane, salva e sazia

Al verso 16 del brano di oggi faccio notare che Gesù prende ringrazia, spezza e dava.

Il verbo «dare» è all'imperfetto, perché quello che fa è iniziato allora e continua sempre nelle mani dei «discepoli», che distribuiscono nel tempo il pane che sazia la fame di ogni vivente.

Il Pane che abbonda e avanza, lo si deve conservare, a differenza della manna che marciva se conservata, perché è pane di vita, pane che dà vita (cf Gv 6,12), a tutti e per sempre!

 

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