Pillole domenicali

DOMENICA XIV | La messe, i lupi e gli agnelli

Questa missione dei 72 discepoli, anticipa profeticamente la futura missione della Chiesa che  si sarebbe compiuta dopo la pasqua, in favore de pagani. La Chiesa deve rivolgersi cioè a tutte le nazioni  della terra, che in quel tempo si riteneva fossero 72. Si va in coppia, due a due, per sostenersi a vicenda, ma soprattutto perché nella testimonianza  di due o tre, come nella preghiera di due o tre, il Signore Gesù si rende presente ai suoi.

Leggiamo: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della  messe perché mandi operai per la sua messe!» (Lc 10,2).

Gesù evidenzia la sproporzione tra la grande messe e l’esiguo numero di operai che vi  mettono mano.

«Ma davvero la messe è molta? Davvero tanti uomini attendono con ansia  l’annuncio del vangelo? Ma Gesù non si contraddice quando afferma in questi medesimi  versetti: «Andate: ecco io vi mando come agnelli in mezzo a lupi» (Lc 10,3).

Insomma la gente è messe abbondante in attesa di… oppure un branco di lupi, pronti a….?

Ma chi sono i lupi? Gli uomini quando sono in branco, si lasciano condizionare dagli altri,  dalle opinioni e dal modo di agire “così fan tutti”, e facilmente diventano simili a lupi: violenti,  invidiosi, insensibili, presuntuosi.

Ma spesso quei medesimi uomini, quando sono raggiunti a tu pe tu, nelle loro case, nella  concretezza della loro esistenza personale, nei loro dubbi, nelle loro paure, nei loro desideri,  nei momenti importanti della loro vita, allora appaiono deboli, mansueti, come “messe” in attesa  di operai che la raccolgano.

Da qui la necessità di raggiungere le persone in modo autentico e non convenzionale, nei luoghi dove  le persone vivono. Una tale opera richiede molti operai perché è soprattutto nei rapporti personali  che l’annuncio del vangelo riesce ad entrare nel cuore degli uomini. La nostalgia di Dio e di una vita più buona è spesso nascosta sotto un cumulo di pregiudizi, di luoghi  comuni, di modelli di vita frivoli. Serve qualcuno che sappia cogliere le occasioni di Dio, ed annunciare la Parola che salva in modo intelligente, nel momento giusto e al tempo opportuno.

Tutti siamo dunque chiamati alla missione perché tutti, nella vita quotidiana, abbiamo continue occasioni di contatto personale con gli altri. Perché il contatto con gli altri, al momento  opportuno, sia efficace, è indispensabile che gli operai siano “come agnelli”, cioè buoni,  generosi, pazienti, coerenti con quanto annunciano, anche nei luoghi dove molti si comportano  e fanno i lupi.

Il filosofo greco Diogene ripeteva spesso che bisognava vivere con estrema semplicità,  facendo a meno di tante cose. Eppure, proprio lui, non riusciva a fare a meno di andare al  mercato. Un giorno un amico gli chiese: “perché vai tante volte al mercato, dal momento che  non compri mai nulla”? Il filosofo gli rispose: «Vado al mercato per vedere quante sono le cose di cui posso fare a  meno».

 

Pagina 8 di 380