Pillole domenicali

Domenica XVII – La preghiera esaudita

La preghiera di Gesù è un forte insegnamento sul nostro rapporto con Dio e con il prossimo. Anzitutto la preghiera serve per consolidare un  legame con il Padre e con il prossimo e non per chiedere cose. Noi preghiamo perché desideriamo attaccarci a Lui come attacchiamo la bocca ad una bottiglia o una sorgente d’acqua per bere e ristorarci. La preghiera ci educa a dare del “TU” a Dio, a sentirlo “papà” a cui, come figli docili, chiediamo abbracci non sculacciate.

Chiediamo che alla sua PERSONA (=NOME), permettiamo di poterci “santificar” dentro, lasciandogli campo libero. Gli chiediamo di darci se stesso, l’AMORE che ci rende capaci di amare, a nostra volta, dato che l’amore è la prima cosa bella della vita, per noi e fra noi. Il suo Regno, sono i cieli e terra nuova come Lui li sogna, per i quali in modo indefesso vogliamo lavorare, desiderandoli ardentemente.

Dacci il nostro pane quotidiano, cioè quanto ci fa vivere e ci è necessario per oggi. Non solo il pane materiale ma anche la sua Parola, la sua Eucaristia, perché tutti sappiamo che non di solo pane vive l’uomo!

Perdona i nostri peccati, togli tutto ciò che invecchia il nostro cuore, lo appesantisce e lo indurisce; sapendo che il perdono potenzia la vita, gli chiediamo disponibilità e capacità di donarlo ai nostri simili, per essere leggeri e artefici di un mondo di pace. Non abbandonarci alla tentazione: sì, perché non vogliamo, né gli chiediamo di essere esentati dalla prova, ma di non essere lasciati soli a lottare contro il male.

Bisogna avere molta fame e sete di vita perché la preghiera sia ben fatta ed esaudibile da  Dio. Quando hai fame e sete di Dio non preghi per ottenere cose, ma per avere Lui stesso, perché se Lui viene a noi “trascina” ogni altro bene con sé, e la nostra gioia sarà piena.

Abbiamo un Padre che si coinvolge in nostro favore ma sempre ci chiederà di permettergli di esserci vicino,,,  

 

 

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