ASCENSIONE DEL SIGNORE, il tempo della chiesa

La Parola di questa solennità ci racconta l’ascensione al cielo di Gesù, in due versioni leggermente differenti fra loro (cf Lc 24,51 e At 1,9-10). In breve, il Risorto raduna i suoi discepoli e, salendo al cielo, scompare alla loro vista. Questo evento, nel Vangelo avviene la sera del giorno di Pasqua, negli Atti avviene quaranta giorni dopo la sua risurrezione (At 1,3). Come mai?

Il Vangelo testimonia l’unità e la connessione fra risurrezione e ascensione di gesù, in quanto con la Resurrezione Egli è già entrato nella gloria. Negli Atti, invece, l’attenzione è rivolta al periodo successivo alla risurrezione, al futuro della chiesa e Luca sottolinea l’importanza di questo fatidico tempo di 40 giorni in cui Gesù catechizza gli Apostoli e preparare la missione che attende la Chiesa nella storia (cf At 1,3;6,7).
Caratteristica fondamentale di questo tempo tra la risurrezione-ascensione e il ritorno del Singore nella Gloria, è quella di essere un «tempo intermedio», è il nostro tempo, la storia di cui facciamo parte e che è orientata all’incontro con il Risorto alla fine dei tempi. Tutta la storia è orientata verso la pienezza, l’esito è certo, ma il cammino - presente il peccato come la zizzania nel grano -  è soggetto a interruzioni e lentezze, in quanto affidato anche alla responsabilità dei credenti e delle loro guide. Su tutto, però, regna la certezza della promessa che Gesù ha fatto ai discepoli, sia nel Vangelo che negli Atti, prima di staccarsi da loro.

Pur assente ai nostri occhi Egli non ci lascia mai soli (orfani) e ci affida allo Spirito Santo, che sarà il protagonista con noi di questo tempo intermedio, prima di essere felici per sempre nel luogo da Lui prepararto per quanti credono e lo amano, pur senza averlo visto. Amen.