GESU’ è ben altro di ciò che i nostri occhi vedono

Il Vangelo di oggi – seconda domenica di quaresima - ci invita a riflettere sulla nostra fede. Gesù sta vivendo uno dei momenti più difficili del suo impegno e l’opposizione contro di lui cresce ogni giorno:

 -le folle si allontanano deluse perché egli appare loro così diverso dalle loro attese.

-i capi religiosi cercano propizia l’occasione per eliminarlo. 

-i discepoli sentono e vedono il maestro avviarsi verso un destino drammatico (annunciato proprio prima della «trasfigurazione»). Pertanto la trasfigurazione di Gesù rivela pienamente chi è Cristo, e si prefigge di rinsaldare la fede dei tre fortunati discepoli.

 Essi fanno un’esperienza intensa di Gesù, ne vedono il volto autentico, lo splendore, Mosè e Elia accanto a Lui, la nube da cui arriva la voce misteriosa che fa loro dimenticare tutto il resto.

Tutto li affascina: è bello stare qui…!

Con questa efficace immagine è descritta la fede come illuminazione che cambia il volto delle cose e dà ad esse un senso nuovo, più vero e più profondo. Gesù è colto e creduto come il Figlio prediletto di Dio, il Maestro che merita di essere ascoltato e seguito.

L’esodo, di cui la visione parla loro, descrive la libera accettazione, da parte di Gesù, della volontà di Dio nella sua vita fino alla morte, e rivela che le vie vittoriose di Dio non sono secondo i nostri schemi mentali o secondo il comune “buon senso”.

Qualche applicazione:

-Anche oggi ci sono realtà che sembrano perdenti, votate all’insuccesso e alla sconfitta, che sono, invece la novità evangelica, come la solidarietà, l’amore, il perdono, il servizio, il dono di sé...

-Anche a noi sono concessi momenti di «trasfigurazione», quando la la luce della fede si manifesta in noi, in modo più chiaro, gioioso all’interno del nostro vivere cristiano, in momenti rari, brevi, di cui però abbiamo bisogno per uscire dalla routine e riempirci di infinito. Momenti a partire dai quali le cose acquistano il loro valore, vengono collocate al loro giusto posto. Questi momenti, tuttavia, non possiamo pretenderli sempre e per sempre ma accoglierli per ciò che sono: doni di luce e di forza per non soccombere nelle tempeste della vita e per riuscire a vedere, dietro le vicende immediate, il volto di Dio che ci porta nel palmo della sua mano.

La Trasfigurazione ci dice che la fede non trasforma le condizioni del nostro vivere, ma ci insegna un nuovo modo di affrontarle. E noi dobbiamo abituarci a vivere una fede senza splendore, senza gratificazioni immediate, senza risultati spettacolari visibili, ma ardente di ricerca, di discernimento, di speranza che sappia trasfigurare la realtà quotidiana e dare senso a tutta la nostra vita.