DOMENICA «DEL BATTESIMO E DELLA COPPA»

XXIX del Tempo ord. B

Gesù ha appena ricordato per la terza volta la sorte che lo attende a Gerusalemme, ma i discepoli sono presi da altri pensieri… molto ambiziosi: discutevano lungo la strada per sapere chi di loro fosse il più grande, I due figli di Zebedeo, tra gli altri, rivendicavano i posti migliori nel regno messianico a venire.

Gesù insegna e testimonia che un vero discepolo può aspirare a una cosa sola: condividere e fare proprio lo stile di servizio e di offerta di sé del maestro. Una buona ambizione per il credente è desiderare di servire. Secondo l’Unico maestro c'è un solo modo di regnare, mettersi al servizio degli altri. 

Il rimprovero di Gesù è per quanti lo seguono e non vogliono capire che il cammino per la gloria passa attraverso l’accettazione della Croce! Tuttavia Gesù ha tanta bontà, magnanimità e sopportazione e non si adira né inveisce contro tale presunzione, ma coglie l’occasione di insegnare quale debba essere l’attitudine del discepolo: quella di essere servo e non padroni degli altri. Gesù afferma che non si deve aspirare alla gloria del regno per presunzione, ma desiderarla come dono di Dio a quelli che lo servono: Dio fa secondo la sua infinita sapienza e liberalità

Gesù non condanna di aspirare ai posti di responsabilità ma che in qualunque ambiente ci si trovi, NON SI DEVE DECIDERE PER SE’ a proprio vantaggio. Siamo servi “inutili” vuol dire che non si cerca il proprio utile-vantaggio, ma che se proprio uno è chiamato a guidare una comunità, un gruppo nella chiesa, deve adempiere il proprio mandato con spirito di servizio, facendosi tutto a tutti e guardando al bene degli altri e non al proprio “utile” o al proprio prestigio (2 Cor 4,5). L’ESEMPIO?  E’ Cristo stesso, che si è fatto servo per amore ed è venuto non per farsi servire, ma per servire e dare la vita!

I governanti di questo mondo possono spadroneggiare sui loro sudditi e i «potenti» fanno pesare la loro autorità, con le leggi, DPCM e ricatti vari, ed anche con la forza per ottenere quanto passa loro  per la testa per sottomettere a sé i “sudditi” e il popolo; ma la chiesa e i suoi pastori devono farsi SERVI ed imitare il servizio di Gesù per il bene e la crescita di chiunque vi appartiene.