Abramo, esultò nella speranza di vedere il mio giorno...

Nel Vangelo di oggi Gesù disputa con i Giudei su Abramo, che essi ritenevano giustamente “padre”, secondo la “carne e il sangue” mentre noi lo riconosciamo nostro padre nella fede.

In questo dialogo in realtà – fra giudei e Gesù - si parla della vita e della morte, che non sono solo un dato biologico ma rappresentano qualcosa di più profondo. Gesù proclama che Lui e i credenti in lui sono LIBERI anche dalla morte. Chi accetta la sua Parola vivrà e non morirà.

Gesù impegna la sua santa parola nel promettere questo, e ce ne dà assoluta garanzia.

Abramo, solo in quanto padre nella fede vive in Dio, contempla il Suo volto e partecipa della gloria di Dio, egli è il modello del vero credente, anzi di più, come modello del vero CRISTIANO. Così dice arditamente Gesù quando afferma: “Abramo esultò nella speranza di vedere il mio giorno; lo vide e fu pieno di gioia!”

In questa frase Gesù esprime un dato di fede profondo. Ad Abramo, benedetto in tutto da Dio come padre della fede fu concessa la grazia di vedere i giorni del Messia, come se Dio gli avesse concessa la grazia di vedere allungata la sua esistenza…

Gesù indica la strada per godere della fortuna di Abramo agli occhi di Dio: credere, osservare la sua parola e camminare nella fede. Questo Gesù “pretende” nei suoi stessi riguardi, da parte dei credenti in Lui.

Il messaggio del Vangelo contiene indicazioni attuali per noi: oggi, sebbene chiusi in casa, siamo invitati a scoprire la forza della Parola e a seguirla, osservarla, viverla nel quotidiano se vogliamo gustare la vita e non vedere la morte: “se uno osserva la mia parola, non vedrà la morte in eterno”. AMEN