4^ DOMENICA DI QUARESIMA: Credo, Signore! E si prostrò…

I discepoli di Gesù avevano posto al Maestro un interrogativo importante: se quella cecità – come si pensava – fosse dovuta ad un castigo di Dio per qualche colpa sua o dei suoi genitori. Gesù non la pensa così e ci libera da questa brutta concezione del male come effetto automatico di un peccato. Gesù insegna e chiede che anche un evento negativo può e deve essere vissuto nella fede e con la fede. Per questo invita i suoi discepoli a non guardare solo la malattia ma a fissare il proprio sguardo su di Lui.

Fede è guardare e credere a Gesù per affidargli la nostra vita e le nostre necessità.

Le guide dei Giudei che, pur avendo assistito e visto il “miracolo”, lo negano e interrogano i genitori e poi il cieco stesso, dimostrano così una durezza di cuore che impedisce loro di riconoscere l'azione di Dio. Atteggiamento imperdonabile! Differente è invece l'atteggiamento del cieco guarito, che riconosce e poi testimonia la potenza di Gesù su di lui, che prima non ci vedeva ed ora ci vede chiaramente.

Egli con il suo atto di fede finale riconosce e dichiara Gesù Figlio di Dio. Egli, quando opera i suoi miracoli, viene in aiuto di chi è nel bisogno e a lui si rivolge con fede profonda e manifesta.

Gesù non è per meravigliare e suscitare la fede nel bisognoso di turno che compie opere grandi ma lo fa volentieri ed efficacemente in favore di chi, per mezzo della fede in Lui, glielo strappa di mano, per così dire. A chi ha fede egli dice: TI AVVENGA SECONDO LA TUA FEDE!  Pertanto il miracolo è un atto di misericordia di Dio verso chi ha fede come si vede in questo episodio da parte di Gesù verso quel cieco. A dirla tutta, è proprio l'atto di fede del cieco guarito la risposta più efficace di Gesù alla domanda iniziale dei suoi discepoli. Né lui né i suoi genitori hanno peccato da “meritare” questo castigo, ma in lui guarito si manifesta la Gloria e la bontà dell’Alto e Glorioso Dio che illumina il cuore, apre gli occhi e concede fede certa a chi la chiede. Siamo invitati anche noi ad aprire i nostri cuori, e a riconoscere in Gesù la vera Luce che illumina la nostra vita e i nostri passi.