3^ DOMENICA DI QUARESIMA: Dammi da bere l’acqua della vita

Molto tempo fa per avere dell'acqua bisognava andare al pozzo e avere con sé una brocca e una corda per raggiungere il fondo e accontentarsi dell'acqua che vi si trovava. Bisogna immedesimarsi in questa situazione (che è di tante popolazioni ancora oggi, assetate dalla siccità, i cui pozzi sono rari e inaccessibili). Gesù, con la scusa della sua sete, avvia il dialogo, che diventerà scoperta. Dice alla donna: Se tu conoscessi il dono di Dio…Conoscere il dono di Dio e conoscersi a vicenda è l'intrigo nascosto di questo brano del Vangelo di Giovanni che parla dell’Acqua viva.

Per noi non è immediato il significato dell'acqua viva, perché siamo troppo distratti o attratti da cose che le somigliano. Gesù ci aiuta a far scoprire in noi stessi una sorgente, capace di dissetare l'«oltre» della nostra quotidianità, delle nostre relazioni spesso malate, frettolose: alzate i vostri occhi è l'invito di Gesù ai discepoli e a quanti non riescono a vedere più in là della propria sete/fame del corpo.

Conoscere la propria sete e quella di Gesù (ricordi Gesù sulla croce mentre dice “ho sete!”?) inizia a creare un dialogo, una ricerca  che spesso sfociano in un bel traguardo: la scoperta dell’acqua viva, inaspettata.

Spesso cerchiamo altrove ciò che il Signore ha messo dentro di noi. Rientra in te stesso, ove abita la verità.

Spesso accumuliamo desideri, preoccupazioni, ansie e pensiamo di soddisfare i primi aggiungendo altri desideri, altri piaceri; lasciamo che la nostra mente/cuore siano occupati abitualmente da altro. 

Impariamo a conoscere meglio noi stessi, sapendo che Dio ha messo in noi un’insopprimibile nostalgia di Lui e pace non avremo finché non riposeremo in Lui qui e d ora, e poi nell’eternità.