Due modi di pregare, due modi si essere, due modi di pensarsi

Il modo di pregare manifesta la nostra religiosità e il nostro modo di porci davanti a Dio. Di solito chi prega manifesta con la bocca quello che sente nel cuore. Ma non è automatica questa equazione. Prova ne è la parabola di questa domenica che ha due protagonisti, il fariseo, scrupoloso osservante della legge, e il pubblico peccatore che sa di essere in errore e chiede solo perdono a Dio. Il primo prega per farsi vanto della propria bravura, si sente a posto, si ritiene fedele osservante e… migliore degli altri. Il pubblico peccatore invece, da lontano, a doverosa distanza da Dio invoca pietà, con brevi ed autentiche parole. Si batte il proprio petto e non accusa nessuno… ha solo tanta fiducia in Dio e nel suo perdono. Gesù emette una sentenza sui due modi di pregare, sui due modi di porsi davanti a Dio e dice: il pubblicano tornò a casa giustificato, il fariseo presuntuoso NO. Poi pronuncia questa irrevocabile Verità: "chi si esalta sarà umiliato e chi si umilia sarà esaltato". Questa è la chiave e la via per essere accetti a Dio, l'umiltà del cuore, che tutto ci fa sperare da Dio e poco ci fa confidare in noi stessi. Ieri oggi e sempre  Egli " guarda l'umiltà dei suoi servi".