Che giova???

Il tempo presente e la nostra stessa vita passano perché un soffio leggero di morte tutto penetra e tutto va verso la sua fine.

Che ne è dei beni che uno ha accumulato, affaticandosi tutta la vita?

Giunge la morte e le mani non riescono più a tener stretti i propri beni, né si riesce più a decidere come e a chi lasciare quanto ci è costato tanto stress e fatica. 

E magari presto arrivano sciacalli avidi di preda per buttarsi impietosi su quanto ti era caro, aspettando con impazienza solo che tu muoia

"Sic transit gloria mundi!" Questo celebre motto ci ricorda quanto sono passeggere le cose del mondo! 

Che giova all'uomo guadagnare il mondo intero, se poi si perde o rovina se stesso? Ed anche in altro celebre brano Gesù ci ammonisce: "Procuratevi non il cibo che perisce, ma quello che dura per la vita eterna, e che il Figlio dell'uomo vi darà". 

Egli allude ai meriti che possiamo acquisire con le nostre opere buone, con l'esercizio delle virtù e con l'offerta delle nostre fatiche quotidiane. 

In questa prospettiva – ci esorta San paolo -  possiamo far morire ciò che appartiene alla terra, spegnere cioè le nostre umane passioni e far brillare le virtù che ci orientano a Dio,  fin da subito. 

Paolo ci dice che non solo noi dobbiamo cercare le cose di lassù, ma che queste devono essere l'oggetto principale dei nostri pensieri. 

Quindi non più affannosamente solo le cose di questo mondo che passa, ma le cose che riguardano il cielo devono essere speranza e méta verso la quale aspiriamo e camminiamo con tutte le nostre forze. 

Quello è l'approdo, l’obiettivo che non possiamo assolutamente mancare. Se no siamo rovinati! E per sempre!