"Si avvicinò, si prese cura di lui..."

Il sacerdote ed il levita - esperti della Parola di Dio e frequentatori del Tempio - hanno occhi e non vedono, hanno cuore che non palpita, hanno mani solo in tasca, hanno piedi che vanno per altra strada, insomma non hanno tempo,  non hanno voglia, hanno cose più importanti da fare…! 

Il sacerdote ed il levita scendevano da Gerusalemme e non è azzardato pensare che fossero “osservanti” puntigliosi della Legge e avessero appena lasciato il Tempio, ma sono lontani dal sentire e dal vedere di Dio… 

Anche dopo aver tirato dritto, non aver fatto quello che dovevano fare, credo che si sentissero a posto con la legge, e continuavano ad essere e a sentirsi persone perbene.

Ok, nel Tempio l’incontro con Dio, con la sua Parola, con la Legge e i salmi… tutto a posto, ma per la strada, nella città di Gerico, nella quotidianità per loro due era un’altra cosa.

Gesù ci ammonisce: “Fa’ come il samaritano” e non come gli esperti della religione: dal samaritano bisogna imparare.

Secondo il Vangelo, se manca questo step /passaggio necessario che tocca la realtà, la quotidianità a nulla serve tuttto il resto. Geesù ci dice “non vi conosco”, “ non siete miei discepoli” anche se avete mangiato con me, se siete stati alla mia mensa, se avete ascoltato la mia parola  (Matteo 7, 21-27) “Non chiunque mi dice: Signore, Signore, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. 22 Molti mi diranno in quel giorno: Signore, Signore, non abbiamo noi profetato nel tuo nome e cacciato demòni nel tuo nome e compiuto molti miracoli nel tuo nome? 23 Io però dichiarerò loro: Non vi ho mai conosciuti; allontanatevi da me, voi operatori di iniquità. 26 Perciò chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, è simile a un uomo stolto che ha costruito la sua casa sulla sabbia. 27 Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde, e la sua rovina fu grande».

Il passaggio è ripetuto nella parabola: “…prendersi cura…”. Se non capisco questa cosa il mio andare in Chiesa serve a poco, e la mia vita, un inutile anadare tra la noia ed il non senso. 

Gesù è venuto per prendersi cura dell’Umanità, è l’amore che la smette d’essere chiacchiera, e diventa opperosità, fatti non parole!

Quando anche noi posiamo lo sguardo su quello di chi ci passa accanto o abita nella stessa casa...e quel volto “m’interessa” allora cominciamo a prenderci cura anche noi e siamo nella verità, nell’utilità, nel senso…!

 Amare deve diventare per me “prendermi cura” concretamente degli altri a cui spontaneamente mi faccio vicino, comincio a fasciare… versare… caricare… portare… pagare!