Non ci sono altri uomini e profeti che ci possono salvare!

La tattica missionaria degli apostoli consiste innanzitutto in un approccio con i giudei del luogo, di sabato nella sinagoga. Le parole di Paolo non lasciano indifferenti gli ascoltatori, sia i giudei che i pagani simpatizzanti del giudaismo e si fissa un appuntamento per il sabato seguente.

Ma nel frattempo i giudei tradizionalisti hanno tempo di consultarsi e organizzano una ferma resistenza ai discepoli del Signore, avvalendosi dell'appoggio di persone influenti del luogo. Per questi, i nuovi arrivati proferivano «bestemmie» dicendo che Gesù Cristo non poteva essere spacciato come l'unto del Signore e il Figlio diDio risorto!

È sempre Gesù il segno di contraddizione (Lc 2,34), la pietra contro cui gli avversari inciampano e cadono!  I discepoli lo mettono avanti persino ad Abramo e Mosè, mentre a questi antagonisti egli non offriva garanzie sufficienti per essere ritenuto inviato di Dio o addirittura uguale a Dio.

Insomma, non ci provano nemmeno a trovare un punto di contatto con i loro avversari che pur sono egualmente figli di Abramo e adoratori dello stesso Dio. 

Per gli uni la fede in Mosè porta all'esclusione di Cristo, per gli altri l'adesione a Gesù mette da parte tutti gli altri profeti e  intermediari tra l'uomo e Dio, in quanto non c'è altro nome in cui è dato salvarsi (4,12).

Il cristianesimo, d'ora in avanti, perseguirà un cammino tutto proprio e spesso antagonistico con quello della sinagoga.  I giudei, non potendo far tacere gli apostoli con le loro controargomentazioni, mobilitano allora i notabili della città e con il loro appoggio riescono a far allontanare i discepoli, ritenuti perfino pericolosi per la quiete pubblica. Gli apostoli, a marcare la differenza netta fra giudaismo e cristianesimo scuotono persino la polvere dai loro calzari in segno di protesta e di distanza che ancora oggi esiste! È la virata che permetterà alla fede cristiana di arrivare in tutto l’Impero!