L’alba della propria salvezza
La 2^ domenica di Avvento ci presenta il Battista come battistrada di Colui che viene. Il Vecchio e il Nuovo qui s’incontrano e qui il primo cede il passo al Nuovo che irrompe. Dice Giovanni: In mezzo a voi c’è uno che è prima di me io non son degno nemmeno di portargli i sandali.
Il momento atteso da secoli ha qui la sua ouverture maestosa e amica, qui l’annuncio che il Messia sta per arrivare.
Giovanni appare nel deserto in territorio arido, non fertile, simbolo dell’Umanità senza vita, che presto sarà irrorata e rivitalizzata dall’arrivo di Colui che viene a salvarci.
Nella memoria religiosa del popolo di Israele, il deserto evocava il luogo dell’incontro e del fidanzamento di Dio con Israele, al cui cuore Egli parlava per attrarlo a sé e farne il suo popolo docile, libero e gioioso.
Giovanni ora è proprio nel deserto per richiamare questo e per convocare di nuovo il popolo all’appuntamento con il suo Dio, Pastore amabile e bello che viene e mai più ci lascerà soli. Colui che sta per manifestarsi si aspetta dall’uomo risposta e collaborazione: per questo il Battista chiede alla gente di farsi battezzare per avere il cuore libero da robaccia e vanità e per purificarlo dai peccati e dagli idoli vani e alienanti.
Quel segno doveva esprimere la volontà di andare incontro con le buone opere al Signore ed il proposito e lo sforzo di superare gli ostacoli che impediscono, ad ogni uomo, di vedere l’alba della propria salvezza.