O la borsa o la Vita! Domenica XXVIII anno B

 

L’uomo del vangelo di questa domenica aveva tutto: era ricco e, in più, a suo dire era molto religioso: cosa si poteva desiderare di più in quel tempo? Egli si rivolge a Gesù con cuore inquieto e insoddisfatto: avverte la mancanza di qualcosa, ma non sa cosa sia. Intuisce e forse intravvede, con sana e consapevole inquietudine, nella persona di Gesù.

Da notare che questo ricco non si avvicina a Gesù per metterlo alla prova! Era sincero, un vero Israelita, tanto da guadagnarsi uno sguardo pieno d’amore, da parte di Gesù che gli dice: ti manca poco, una cosa decisiva per te. Rinuncia a possedere, investi in abbandono in Dio e il tuo cuore sarà libero e capace di seguire l’eterno, dopo averlo trovato!

La domanda posta a Gesù rivela solo la sua insoddisfazione, che non era del tutto tranquillo e che aveva un'alta considerazione di sé: fin da bambino era sula retta via! Così né lo sguardo di simpatia, né le parole di Gesù hanno effetto su di lui, che preferisce stare sul sicuro. Sicure per lui erano soltanto le cose che possedeva e le soddisfazioni da esse derivanti.

Non ha capito la fortuna che gli capitava, non l’ha stimata un tesoro migliore dei beni che possedeva, non ha voluto vendere tutto per acquistare la perla preziosa che aveva trovato, la vita eterna che sospirava!

San Paolo sì che ci dimostra di aver capito bene questo: “Tutto ormai io reputo spazzatura, al fine di guadagnare Cristo... conoscere la sua Gloria e sperimentare la potenza della sua risurrezione...” (Fil 3,8-10).

Gesù l’aveva già annunciato che per salvare la propria vita bisogna essere disposti a perderla, e che per seguirlo occorre rinunciare a se stessi e portare la propria croce (Mc 8,34-35).

La vita eterna è questione di fede e di sequela, non di soldi e di fortune accumulate!

don Mario