Come può costui darci la sua carne da mangiare?

Giovanni insiste su certe parole di Gesù nel vangelo di oggi per convincerci riguardo a quanto Egli afferma, e per combattere la fede gnostica dei suoi tempi, che non accettava l’umanità, la debolezza, la carne quale luogo in cui possiamo incontrare Dio. 

“Come può costui darci da mangiare la sua carne?”

La risposta del Cristo, carica di tensione e di espressioni dure e chiare, tende ad evitare ogni malinteso negli ascoltatori. “Se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avrete la vita eterna”.

Per molti è un annuncio umanamente irricevibile! Non ci meravigli che le sue Parole possano suscitare anche oggi mormorazioni e aspre discussioni (cf. Gv 6,41-42) oppure essere del tutto inattese.

Bere il sangue è un’azione cruda e ripugnante per i giudei, e non solo, era anche vietata dalla Legge di Mosè: “io volgerò il mio volto contro di lui ed eliminerò dal popolo chiunque, figlio di Israele o straniero, mangerà qualsiasi tipo di sangue. Poiché la vita è nel sangue di ogni essere” (Lv 17,10-11). 

Eppure Gesù annuncia che per avere parte alla vita eterna, alla salvezza, è necessario mangiare la sua carne e bere il suo sangue.

Per noi è più facile credere a queste parole, sappiamo di essere invitati a mangiare e bere per via sacramentale, cioè attraverso i segni  del pane e del vino consacrati, ciò nonostante diffusa è la resistenza di tanti a prendere sul serio queste parole del Signore.

Non è mai stato facuile confessare la reale umanità di Gesù, ma è scritto: “chi non riconosce Gesù nella carne, non è da Dio” (1Gv 4,3). Insomma l’incarnazione e l’Eucaristia (questa sorta di umanizzazione di Dio), vanno accolte senza riserve e senza pensieri troppo spiritualistici.

Dio si è fatto uomo in Gesù affinché lo cercassimo e lo trovassimo nella condizione umana e nei segni da lui scelti. Dio ha voluto condividere con noi proprio la nostra umanità, la nostra stessa carne, perché noi potessimo conoscere il suo amore e ricevere la sua stessa VITA, come qualcosa da prendere e ricevere in noi. Come gli altri alimenti, sebbene NON con gli stessi atteggiamenti e sentimenti.

Noi, a volte, nel cercare un vero incontro con Dio, rifiutiamo materialità e quotidianità tendendo a privilegiare le cose spirituali o eclatanti, ma oggi ci è svelato diversamente il mistero di Dio e sappiamo che proprio nel corpo, nella carne, nella fragilità della condizione umana Dio ama svelarsi e offrirsi a noi. Guarda un po’:  proprio la carne, l’umanità, la storia, il fratello vicino, la quotidianità  non sono più un ostacolo alla comunione con lui, ma il luogo ordinario e privilegiato per l’incontro. 

Carne da masticare e sangue da bere sono la condizione più ordinaria per il nostro incontro con Lui! Con l’eucaristia ci è data la possibilità di vivere la vita come l’ha vissuta Lui e di riscoprirci gli uni gli altri non più estranei, concorrenti o avversari ma un corpo solo. Sì, siamo UN CORPO SOLO!