A noi la semina, il Signore fa crescere

Le due brevi parabole odierne di origine “contadina” ci dicono che il regno di Dio progredisce proprio là dove non l'abbiamo nemmeno annunciato; e spesso cresce tra coloro a cui non prestiamo attenzione e persino dove poniamo degli ostacoli attraverso il nostro cattivo esempio.

La parola di Dio è all'opera, potente e creatrice. Dio non smette di parlare anche attraverso di noi, suoi collaboratori “disinteressati” che lavorano cioè non per i propri interessi ma per il Regno e il Vangelo di Dio.

A noi è affidata questa parola come un piccolo seme: se la seminiamo “opportune et inopportune” se ne favoriamo la crescita in ogni modo e lo lasciamo maturare, sarà capace di trasformare il mondo.

La parabola del seme che germoglia da solo dà una risposta alle tante nostre preoccupazioni, allorché non vediamo subito i risultati del nostro operare educativo.

Nonostante la sua apparente assenza o lentezza Dio è all'opera nel mondo, nelle nostre parole, nei nostri silenzi, nei nostri gesti che afferiscono a lui, al suo Regno al suo vangelo.

Nonostante la modestia delle nostre “risorse e dei nostri mezzi” il risultato finale – che solo Dio conosce – sarà abbondante ed inatteso. Purché non ci dimentichiamo mai che il seme gettato ovunque “dovrà “ marcire sotto terra, passando per una sofferta trasformazione, prima di produrre i frutti desiderati e per i quali abbiamo speso energie e tempo. Tutto e subito non è un detto evangelico!

I primi cristiani si sono sviluppati senza il sostegno di una potente organizzazione, senza l’aiuto dello stato, senza aiuti da parte della comunità europea… anzi più spesso sono prosperati proprio in mezzo a tante prove e persecuzioni, scatenate dal sistema …contrario al vangelo. Ieri come oggi.

Il seme di cui parliamo ovviamente è la potente ed efficace Parola di Dio, è lo stesso Cristo Gesù che – come il seme caduto in terra - morendo ci ha dato vita in abbondanza e forza di osare sempre.