ANNUNCIO LA PAROLA

RE, PASTORE, GIUDICE

Nella solennità di Cristo Re noi onoriamo il Signore con il titolo di RE E PASTORE che son quasi sinonimi, ma anche di GIUDICE UNIVERSALE, che, di questi tempi, non è molto à la page, ma tant’è!

  1. «Re dell’universo». EGLI infatti è RE e per questo è venuto, bisogna che Egli REGNI
    • Quando Gesù è ancora un piccolo bimbo povero e sconosciuto, i magi venuti dall’oriente lo cercano domandando: «Dov’è il re dei Giudei che è nato?» (Mt 2,2).
    • Dopo che ha moltiplicato miracolosamente i pani e i pesci, le folle entusiaste vogliono rapirlo e proclamarlo re (cf Gv 6,15).
    • Entra in Gerusalemme in groppa a un asino e la gente esclama: «Osanna! Benedetto colui che viene nel nome del Signore, il re d’Israele» (Gv 12,13).
    • A Pilato che lo interroga esplicitamente: «Dunque, tu sei re?» non esita a dichiarare: «Io sono re» (Gv 18,37), pur spiegando ben chiaro che il suo regno non è di questo mondo e consiste nel «rendere testimonianza alla verità» (Gv 18,33-37).
    • Infine il vangelo di oggi ultima domenica dell’anno liturgico, lo descrive come GIUDICE Universale, seduto sul «trono della sua gloria», e dirà a quelli che stanno alla sua destra... e alla sua sinistra..
    • Anche s. Paolo dice che Cristo verrà nella Gloria, e «consegnerà il regno a Dio Padre»
    • Il prefazio ci dice di che natura è il regno di Cristo e ci suggerisce quello che dobbiamo fare e in che modo, perché il suo regno diventi realtà: abnegazione di sé e vitasanta per vincere in se stessi il regno del peccato (cf Rm 6,12), e servendo Cristo negli altri, con umiltà e pazienza… Infatti servire a Lui è regnare. (Lumen gentium, 36).
  2. «Il Signore è il mio pastore»
  3. La figura del pastore è presente nella prima lettura nel salmo e nel vangelo, nella descrizione del giudizio finale: «Egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dai capri, e porrà le pecore alla sua destra e i capri alla sinistra». Non è un Pastore che munge e tosa gli altri ma uno che per le sue pecore dà la vita in abbondanza!

  4. Il giudizio finale
  5. Gesù essendo Re dell’universo è anche giudice. Lo confessiamo solennemente nel Credo: «Di nuovo verrà, nella gloria, per giudicare i vivi e i morti». Su che cosa ci giudicherà? A che esame saremo sottoposti e chiamati? La parola di Dio c’insegna che «tutti dobbiamo comparire davanti al tribunale di Cristo, per ricevere la ricompensa delle opere compiute, sia in bene che in male» (2 Cor 5,10). Nel Vangelo di oggi, materia del giudizio sono le «opere di misericordia»: quelle che avremo fatto o non avremo fatto a favore dei «fratelli più piccoli».

    Chi sono? I suoi discepoli? Quelli che ha mandato ad annunziare il suo Vangelo?

    Certamente anche questi. Ma, se pensiamo a tutto ciò che la Bibbia ci dice sul dovere della giustizia, della carità, della solidarietà, dobbiamo riconoscere che siamo debitori a tutti e che dovremo rendere conto delle nostre “omissioni” verso ciascuno dei più piccoli, i più poveri, ai quali vanno costantemente le preferenze del Salvatore.

    Saremo benedetti dal Re e Giudice Universale se crederemo in lui, lo ameremo, lo prenderemo come esempio nella vita d’ogni giorno, se lo sapremo vedere, amare, aiutare nei più piccoli dei suoi fratelli.