Pensare diversamente e lavorare!

Dopo alcune domeniche senza “pillole” mi accingo di nuovo a porgervene e ci capita un testo eccezionale e sorprendente per tutti.

«I miei pensieri non sono i vostri pensieri», dice il profeta Isaia.
La lettura di Isaia, in questa Domenica XXV, ci è di aiuto per affrontare le difficoltà di fronte alla parabola degli operari chiamati, nelle diverse ore del giorno e trattati tutti bene dal Signore del Vangelo, un po’ strano e dal comportamento inatteso, ma che bello che è così! È sempre bene, quando ci mettiamo a riflettere sulla parola di Dio, cominciare con un atto di sincera umiltà, perché la distanza fra Lui e noi è incolmabile, in pensieri opere e parole: «quanto il cielo sovrasta la terra tanto i miei pensieri sovrastano i vostri pensieri, le mie vie sono diverse dalle vostre vie!».

La distanza fra Dio e l’uomo può essere in certo modo accorciata se, con umiltà e con fiducia, noi lo cerchiamo e lo invochiamo: «Cercate il Signore, mentre si fa trovare; invocatelo, mentre è vicino». Infatti Egli è vicino a quanti lo invocano, a quanti lo cercano con cuore sincero.

Lavorare nella vigna del Signore
Tutti – chi prima, chi dopo - siamo chiamati a lavorare nella vigna del Signore, a qualunque ora ci arriva la sua chiamata. A Dio ogni uomo sta a cuore più di quanto ad ogni mamma stia a cuore un figlio, e per questo non si rassegna facilmente a lasciarci stare “oziosi”: in ogni momento ci raggiunge, “perché viviamo per il Signore. Sia che viviamo, sia che moriamo, siamo del Signore» (Rm 14,7-8).  E il Signore, senza costringere nessuno, ci invita a lavorare nella sua vigna – che oggi è la Chiesa, la propria parrocchia, la casa, il proprio territorio, il luogo di lavoro, di svago – ricordandoci che Egli è il Signore di tutti e non ci vuole disoccupati, a far niente o solo a goderci la vita.

Questo ha creduto s. Paolo, innamorato della Parola, che non cercava se stesso, i suoi interessi e nemmeno di piacere agli altri, e seguir la moda del momento perché -  diceva - «se io piacessi agli uomini, non sarei più servitore di Cristo» (Gal 1,10). «Per me il vivere è Cristo». Cristo è la mia vita!

«Lavorano per il Signore coloro che pensano non agli interessi propri ma a quelli del Signore, che si applicano con zelo alla carità e s’impegnano nella pietà, si danno da fare per salvare vite, si sforzano di condurre altri con sé alla vita. Chi invece vive solo per sé, contentandosi dei piaceri, giustamente viene rimproverato come ozioso perché non cerca di portare frutto…». (S. Gregorio Magno).