Essere degni di Lui

DOMENICA XIII  - 2 luglio –

È controtendenza quanto il Signore Gesù ci propone in questa domenica. Stride con un periodo in cui già si pensa alle ferie, ai viaggi e ai divertimenti. E ancor più stride con la diffusa mentalità mondana che ci fa cercare benessere e piacere ad ogni costo. 

  • Chi ama il padre o la madre più di me non è degno di me”. La sequela del Signore esige che anche i più sacrosanti affetti vengano dopo l’amore che dobbiamo a lui. Insomma è soprattutto a Lui che deve tendere, come fine ultimo, tutta la nostra vita. 
  • Chi non prende la sua croce e non mi segue, non è degno di me”. 

È difficile, è controtendenza per noi convincerci che la croce ci fa rinascere a vita nuova, e che bisogna vivere ed affrontare la sofferenza e la morte per sentirci davvero vivi. 

È necessario ed inevitabile fare sacrifici per entrare nel Regno ed anche realizzare qualcosa di grande in ogni attività umana. E quindi che la “croce” ha un senso nella vita umana, sociale e cristiana.  Soltanto con la luce di Dio arriviamo a comprendere cosa significhi ritrovare o perdere la vita. Meno male che anche ai nostri giorni ci sono alcuni “profeti e santi” che riescono a imporsi all’ammirazione del mondo, gridando a tutti che, per guadagnare la vita agli occhi di Dio bisogna avere il coraggio di spenderla per gli altri. 

Questo è il senso della vita, anche se un grande della canzone ti viene a dire che questa vita un senso non ce l’ha.

Voglio trovare un senso a questa sera

Anche se questa sera un senso non ce l'ha

Voglio trovare un senso a questa vita

Anche se questa vita un senso non ce l'ha

Sai che cosa penso

Che se non ha un senso

Domani arriverà...

Domani arriverà lo stesso 

Noi crediamo, per esempio, che una cosa, un gruppo, un’iniziativa, uno spettacolo, la messa, la chiesa, conta o meno in base al numero di presenti, alla quantità e, se c’è la folla ce ne rallegriamo, per lo meno ci basta. Non è questo il senso delle cose, la chiave interpretativa della vita.

Se uno viene a me e non mi ama più di quanto ami suo padre …non può essere mio discepolo.

Colui che non porta la propria croce e non viene dietro a me, non può essere …

Queste parole non ci piacciono, non ci fanno fare salti di gioia, ecc… Eppure sono sacrosanto vangelo anch’esse.

Ognuno deve vivere il rapporto con Gesù come assolutamente prioritario. Il Signore non chiede la luna ma vuole per sé quanto già umanamente e abitualmente facciamo allorché ci si innamora o ci si sposa. Questa situazione d’intima libertà di fronte agli affetti precedenti per un amore “migliore” e più prezioso, non può mancare nella relazione con il Signore per appartenergli. Il dono della propria vita non si esprime solo in un momento supremo, ma anche nelle scelte quotidiane. Il discepolo antepone l’amore per Gesù anche a quello per i suoi familiari, sia restando presso di loro che separandosi da essi

Siamo chiamati a dare il primo posto al Signore, con tutto il cuore, con tutta l’anima, con tutte le forze. Per noi è più facile possedere le cose che non la la fatica (croce) della libertà e dell’amore. Occorre imparare l’arte di perdere, di diminuire, di non cadere nelle maglie del possesso, della logica dell’avere. Bisogna saper perdere anche in questo senso!

È necessario affrancarsi da quanto si possiede se no, prima o poi, rimarrai posseduto dalle cose.