III DOMENICA DI PASQUA: prima ascoltare, poi vedere

Quando furono vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse andare più lontano. Ma essi insistettero: «Resta con noi, perché si fa sera e il giorno è ormai al tramonto». Egli entrò per rimanere con loro. 30Quando fu a tavola con loro, prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. 31Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma egli sparì dalla loro vista. 32Ed essi dissero l’un l’altro: «Non ardeva forse in noi il nostro cuore mentre conversava con noi lungo la via, quando ci spiegava le Scritture?».

33Partirono senza indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro, 34i quali dicevano: «Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone!». 35Ed essi narravano ciò che era accaduto lungo la via e come l’avevano riconosciuto nello spezzare il pane.

Gesù qui appare a due discepoli delusi che avevano deciso di tornarsene a casa e, cominciando da Mosè e da tutti i profeti, spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui. Questo soprattutto i due discepoli ricorderanno dopo che Gesù sarà scomparso alla loro vista! 

Un cammino stanco e passi delusi possono trasformarsi cristianamente solo e prima di tutto con l’ascolto della Buona Notizia. La frazione del Pane, l’Eucaristia, solo dopo che i nostri occhi lo avranno riconosciuto (cfr. v.31) Quindi, prima le orecchie che ascoltano, poi il cuore, che arde “Non ardeva forse in noi il nostro cuore mentre egli conversava con noi lungo la via, quando ci APRIVA le Scritture?” ed infine gli occhi che lo riconoscono (si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero)!

Questo sembra l’itinerario giusto, questi i passaggi e le tappe che non vanno assolutamente interscambiati. E’ anzitutto l’apertura alle Scritture l’incipit di tutte le cose. Quando lo scrigno della Parola è aperto siamo in grado di “riconoscere” il Signore ovunque e in chiunque. 

Quanti OGGI, un po’ o molto delusi dalla propria comunità o dalla chiesa, nel suo insieme, se ne tornano a casa loro per caduta della speranza e per delusioni dovute a tanti motivi. Tra questi spicca certamente la fatica, l’incomprensione della “ripetitività” della Messa stessa, da cui tanti ripartono delusi e frettolosi, senza cambiare mai, al contrario di quei due che partirono senza indugio col cuore che batteva a mille, per poterlo comunicare presto agli altri!

Noi continuiamo a dire anche ai bambini che la Messa è importante e che si deve partire da lì! 

Non capiamo che invece bisogna partire dalla Parola?  “Non ardeva forse in noi il nostro cuore mentre egli conversava con noi lungo la via, quando ci APRIVA le Scritture? 

La familiarità frequente o quotidiana con le Scritture va ripresa e riproposta a tutti per un cammino e una crescita nella fede di tutta la chiesa, un cammino che risvegli i cuori e le coscienze. 

Speriamo in Dio che da qui, da contatto con le Scritture,  possa avere un maggiore  respiro il cuore di quanti camminano speranzosi in una ripresa collettiva e in un calore nuovo che spinga molti a “ritornare” nella casa comune, nella comunità dove purtroppo ancora oggi a molti piace solo far fare ai propri bambini i primi passi e non tutto il cammino della vita insieme a loro.

Il Signore che cammina al nostro fianco e spesso ci porta in braccio, possa di nuovo farci sentire il cuore battere in petto e infuocarsi per portare ad altri la gioia ritrovata nella comune vicinanza alla sua Parola e, solo dopo, nella celebrazione della Cena in cui finalmente potremo riconoscere Gesù con occhi nuovi.