Dopo la “tentazione” superata, la Vittoria che trasfigura!
Dopo il brillante superamento della tentazione di domenica scorsa, oggi siamo immersi nella trasfigurazione di Cristo. Essa, nel contesto della QUARESIMA, ci chiama a rinnovare il nostro impegno, assicurandoci vittoria e gloria, a questa condizione: seguire Gesù, come ci comanda la voce del Padre in modo perentorio: «Ascoltatelo».
Questo comando/ordine è importante e necessario.
Il Vangelo mette in scena solo tre testimoni: Pietro, Giacomo e Giovanni. Perché solo loro tre? E’ una scelta libera di Gesù. Comunque, essi sono gli stessi che più avanti, nell'orto degli Ulivi, saranno chiamati a condividere con Gesù la sua agonia.
Gesù conduce i tre in disparte e su un alto monte, per staccarsi dalla gente e calarsi nel silenzio, che favorisce l’incontro con Dio. Nella Bibbia, normalmente Dio si incontra sul monte, come nel brano di questa Domenica.
Matteo presenta e descrive Gesù con immagini: il suo volto diventa splendente come il sole e le sue vesti bianchissime come la luce. Ai tre è concesso di assistere a una manifestazione incantevole del divino. Sul monte è già paradiso! Alla presenza di Elia e Mosè Gesù si mostra agli occhi dei discepoli come una persona di eccezionale valore.
Pietro è l'unico che parla: «Signore, è bello per noi essere qui! Se vuoi, farò qui tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia».
Le sue parole sono spontanee ed istintive, ma non significano intuizione del mistero di Gesù, o fede profonda e simili, bensì esprimono la soddisfazione intimistica ed egoistica di Pietro che pensa a se stesso e al suo piccolo gruppetto. Egli pensa esclusivamente al presente che gli appare incantevole e vorrebbe prolungarlo all’infinito, in modo stabile ed esclusivo. Pietro pensa che il BELLO è tutto lì, su quel colle, e lo vorrebbe godere per sempre.
La trasfigurazione non è un incanto ma un fatto divino che si comprende solo dalle parole di Dio, che ne dà anche la retta interpretazione: «Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento. Ascoltatelo».
Il Padre dice: «Ascoltate lui e solo lui». L’imperativo «ascoltatelo» designa Gesù come il profeta che tutti devono ascoltare. Ma il vero ascolto è obbedienza e quindi sequela. I discepoli sono sollecitati a riporre in Gesù una fiducia incondizionata e a seguirlo: dove Lui va, devono andare anche loro, senza tentennamenti e senza resistenze!
Pietro e i suoi amici sono chiamati a smettere di voler modificare il “destino” di Gesù che si compirà, per sua stessa scelta, nella passione.
Infatti, dopo quei brevi attimi di incanto, tutto ritorna nella normalità. Rimane solo Gesù. Solo lui ora conta, solo lui bisogna seguire, fidandosi di Lui, ovunque vada, qualunque strada vorrà prendere, perché solo in lui si realizza ogni promessa di Dio.
«[…] La Trasfigurazione ci ricorda che le gioie seminate da Dio nella vita non sono punti di arrivo, ma sono luci che Egli ci dona nel pellegrinaggio terreno, perché "Gesù solo" sia la nostra Legge e la sua Parola sia il criterio che guida la nostra esistenza […].
(Benedetto XVI, Introduzione all’Angelus, 28.02.2010).