SIAMO SUOI?
L’invito a seguire Gesù e a diventare suoi discepoli è un appello personale che coinvolge la vita concreta. Occorre uscire dalla sfera delle belle intenzioni e dei buoni pensieri e calarsi profondamente nella vita di tutti i giorni. Da dove iniziare?
Cominciamo con l’educare il nostro cuore ad essere in sintonia con il suo!
Intanto, un cuore ben educato nella fede non si accontenta, non fa riferimento solo al “buon senso” in quanto questo non conduce a scoprire e vivere appieno il comandamento dell’amore, il rispetto per la vita, per la autenticità delle relazioni, la lealtà interiore e profonda del cuore umano. C’è molto di più!
Secondo il Vangelo di oggi, per esempio, c’è l’omicidio fisico, dal quale istintivamente rifuggiamo, con orrore, ma c’è anche un uccidere coi giudizi, con le parole o con i silenzi, con il farsi i fatti propri, che, direttamente o indirettamente, possono avere conseguenze terribili per gli altri.
Papa Francesco ha ricordato quella forma di eliminazione sottile e “facile”, che sono le maldicenze ed i rancori: «quello che nel suo cuore odia suo fratello é un omicida. Noi siamo abituati alle chiacchiere, ai pettegolezzi. Ma quante volte le nostre comunità, anche la nostra famiglia, sono un inferno dove si gestisce questa criminalità di uccidere il fratello e la sorella con la lingua» (omelia del 2 settembre 2013).
E così, allo stesso modo, esiste l’adulterio in senso fisico, chiamato infantilmente “scappatella”, e tanti adulteri di sguardi, di intenzioni, di desideri , un parlare doppio, sleale, adulterato e spacciato per prudenza o “politicamente corretto” mentre sono vere e proprie pugnalate alle spalle del malcapitato di turno.
Il Signore invece ci invita alla limpidezza nel parlare ed alla purezza e trasparenza del cuore e dei pensieri.
S. Agostino scrive: «Il Signore condanna il peccato ma non l’uomo. Poiché se egli fosse fautore del peccato, direbbe: neppure io ti condanno; va’, vivi come ti pare, sulla mia assoluzione potrai sempre contare; qualunque sia il tuo peccato, io ti libererò da ogni pena della geenna e dalle torture dell’inferno. Ma non disse così il maestro» (Gv. tract. 33,6).
Possiamo giustamente dire che «la Chiesa è intransigente sui principi, perché crede, ma è tollerante nella pratica, perché ama».
Pr concludere: Il Vangelo ha capacità di aiutare l’uomo a far germogliare i semi di beni, presenti nel suo cuore e nelle sue possibilità, liberandolo dalle “tentazioni” delle buone intenzioni mai messe in pratica.
Gesù ci chiama alla Sapienza del cuore, a vigilare e ripulire pulire il nostro ambiente interiore da cattive intenzioni e da pensieri malvagi ed egoisti per avere una vita spirituale degna di Dio. Egli insomma non si è limitato ad annunciare regole, più o meno nobili e condivisibili, ma ci dà il suo Spirito che è qualcosa di nuovo e innovativo rispetto al cosiddetto buon senso!
Seguire lo Spirito e non il buon senso, questo ci renderà degni di Dio!