Gusto, senso e splendore di vita

Bello, attuale il vangelo di questa Domenica (Matteo 5, 13-16): 

In quel tempo, Gesù disse  ai  suoi  discepoli: «Voi  siete il  sale  della terra; ma se  il  sale  perde  il  sapore, con che cosa lo si renderà salato? A null’altro serve che ad essere gettato via e calpestato  dalla  gente.  Voi  siete  la luce  del  mondo;  non  può  restare  nascosta  una  città  che  sta  sopra  un  monte, né si accende una lampada per metterla sotto il moggio, ma sul candelabro, e così fa luce a  tutti quelli che sono nella casa. Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le  vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli».  

Voi  siete  il  sale  della terra.  I  rabbini  erano soliti  ripetere:  «La  Toràh  (la  Legge  santa  di  Dio) è  come il sale e il mondo non può stare senza sale».  Gesù dichiara anche i suoi discepoli sale della  terra. La Parola e la loro predicazione saranno sale per la terra, daranno senso alle cose della terra,  daranno sapore e significato alla vita di tutti i giorni. Infatti senza la sapienza del vangelo che senso  avrebbero la vita, le gioie e i dolori, i sorrisi e le lacrime, le feste e i lutti? Chi non farebbe questa  amara considerazione del Qoelet: «È meglio mangiare, bere e godere dei beni nei pochi giorni di  vita che Dio dà: è questa la sorte dell’uomo»? (Qo 5,17).                      

Il sale – lo sappiamo - conserva gli alimenti, per impedire che divengano avariati. Fuori di metafora, 

il mondo è corrotto e va preservato dal marciume totale, perché Dio ama l’Umanità. I discepoli del  Cristo impediranno  la  corruzione  totale  del  mondo che  Dio ha  tanto amato  fino  a  mandarci  suo  Figlio! 

Forze  negative,  spiriti  maligni,  satanismo,  perversioni  etc.  anche  negli  usi  superstiziosi  sono  “allontanati” facendo ricorso al sale. C’è qualcuno che anche ai nostri giorni usa spargere il sale per  immunizzare da malefici e iettature.  

Se il cristiano è sale della terra, con la sua presenza impedirà la corruzione, e non permetterà che la  società  vada  in  disfacimento.  Per  questo  ci  è  chiesto  di  non  divenire  «insipidi»,  insignificanti,  buonisti  e  accomodanti.  So  che  i  chimici  assicurano  che  il  sale  non  si  corrompe,  eppure  Gesù  avverte i suoi discepoli che se non saranno se stessi, possono far perdere al vangelo il suo sapore, lo  possono annacquare.  

Voi siete la luce del mondo. I rabbini dicevano: «Gerusalemme è luce per le nazioni della terra» in  quanto Israele  era  depositario della  sapienza  della  legge  che  Dio.  Gesù dichiara  che  la  missione  affidata da Dio a Israele ora continua attraverso i suoi discepoli che manifesteranno quella luce in  tutto  il  suo  splendore  nelle  opere  buone:  questo  è  quanto  Gesù  esige  e  raccomanda  di  «far  vedere». Non vuole che i suoi discepoli si limitino ad annunciare la sua parola senza impegnarsi,  senza lasciarsi compromettere, senza mettere in gioco la propria vita.    

Non viene usato un futuro, un esortativo, un imperativo, ma un indicativo presente: siete! Coloro  ai quali  Gesù  si  rivolge  sono  già  ora  sale  e  luce.  Non debbono  fare  qualcosa  per  diventarlo,  e  l'esserlo non dipende da una qualche loro qualità o da un loro merito. È l'azione di Dio in essi che  opera questo. 

Devono tuttavia vigilare per non perdere, o meglio per non sprecare questo dono, poiché il sale può  perdere sapore e la luce rimanere nascosta. Che il sale abbia sapore e che una lucerna faccia luce  sono eventi che non hanno nulla di straordinario e di sorprendente. La vera sorpresa che sconcerta è  che il sale  sia senza sapore o che la lucerna, anziché collocata ben in vista sul lucerniere, venga  nascosta sotto a un armadio.  

Riguardo al “far vedere” le opere buone un antico padre della Chiesa  ce  ne spiega così il  senso:  “Dobbiamo  vivere  facendo  sfoggio  delle  nostre  buone  opere  e  cercando  gli  onori?  Assolutamente no; io non dico nulla del genere. Infatti, non ho detto: «Cercate di mostrare le  vostre opere buone». E non ho detto neppure: «Fatene sfoggio», ma ho detto «la vostra luce  brilli»,  cioè: la  vostra virtù  sia  eminente,  la  vostra fiamma  calda,  la  vostra luce  splendente.  Infatti, quando raggiunge questo livello, la virtù non può restare nascosta, anche se colui che  la  possiede  facesse  di  tutto per mantenerla  in  ombra.  E  il  termine  luce  è  ben  scelto;  infatti,  nulla mette tanto in luce un uomo, anche se volesse passare del tutto inosservato, quanto lo  splendore  della  virtù.  Si  direbbe  che  egli  è  rivestito  dei  raggi  del  sole,  ma  è  ancor  più  splendente, poiché, invece di dirigere i suoi raggi verso la terra, egli attraversa persino il cielo.

(Giovanni Crisostomo, Omelie sul Vangelo di Matteo, 15,6-7).